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UE: Niente veto ad affitti e vendite

L'obiettivo è portare il 15% delle case dalla classe G ad F

 

Apparentemente, non ci sono più piani per vietare la vendita di case di classe G in Europa a partire dal 2030.

Frans Timmermans, il vice presidente della Commissione Europea, ha agito per screditare questa ipotesi che girava oramai da qualche giorno come “voce da corridoio” che, se vera, avrebbe difatti impedito la vendita o l’affitto di case ad alto consumo.

 

La proposta, difatti, non vieta la vendita degli edifici di classi basse.

 

Secondo Timmermans, l’unico compito della Commissione Europea è quello di stabilire degli standard ai quali ogni stato membro dovrà fare riferimento. Spetterà proprio a questi ultimi a trovare la migliore prassi per l’adempimento delle norme stabilite a livello europeo.

L’ipotesi che la proposta vieti l’affitto o la vendita di edifici classificati in fondo alla scala del consumo energetico, per fortuna, non è reale. La proposta presentata ufficialmente dalla Commissione Europea non lo vieta.

Anche perché per un paese come l’Italia un’ipotesi simile avrebbe avuto un impatto devastante.

 

Seguendo le parole di Carlo Giordano, CEO di AdnKronos:

“Sarebbe impensabile dover ristrutturare una percentuale così alta del patrimonio immobiliare italiano che, come ben sappiamo, è molto datato. Non basterebbe infatti riqualificare le singole unità abitative ma per compiere un salto di classe energetica e rispondere all’ipotetica normativa servirebbe riqualificare gli interi stabili, sperando di mettere d’accordo tutti i privati che se ne dividono la proprietà”.

 

Quindi, cosa richiede effettivamente l'Unione Europea?

 

L’Unione Europea garantisce per le quasi trenta milioni di case un fondo da 150 miliardi di euro, a disposizione da adesso fino al 2030.

A grandi linee, ogni stato membro lavorerà da sé per trovare il modo più consono per raggiungere gli obiettivi entro la scadenza. Questo perché, ovviamente, chi non conosce meglio la situazione di un paese, se non il paese stesso?

La precedenza del rinnovo degli edifici va al 15% degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche non residenziali. Questo rinnovo, prioritario e mandatorio, dovrà avvenire entro e non oltre il 2027.

Per gli edifici residenziali, invece, il termine si protrae fino al 2030. L’obiettivo principale per questa percentuale è di passare dalla classe G ad

almeno alla classe F.

 

Successivamente, gli edifici non residenziali e pubblici hanno come obiettivo quello di passare almeno al livello E della classe energetica entro il 2030, lo stesso obiettivo che però, per gli edifici residenziali, è fissato per il 2033.

 

Non solo questo, ma nel 2027 cesseranno i sostegni alle caldaie a gas e nel 2040 si avrà come obiettivo quello della totale eradicazione dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento.

 

 

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