La nuova riforma del catasto

Se ne parla veramente da molti anni, ma forse qualcosa si sta muovendo davvero. Negli ultimi mesi, infatti, l'ipotesi di un nuovo sistema del catasto si sta facendo sempre più concreta. Pare che, secondo indiscrezioni, il governo Draghi sia ormai pronto a inserire nella stessa riforma fiscale prevista per la fine dell’anno anche una revisione del sistema catastale italiano.

Non c’è ancora nulla di ufficiale, dal momento che la stessa maggioranza di governo sembra avere delle idee non proprio condivise su tale eventuale riforma, ma sembra ormai inevitabile l’introduzione di qualche nuova modifica.

Si tratterebbe di introdurre alcune importanti novità, che andrebbero a rivoluzionare l’intero sistema a cui eravamo abituati e apportando alcune semplificazioni di non poco conto. 

Vediamo nel dettaglio quali sembrano essere le modifiche principali.

Addio vani catastali

La prima fondamentale novità riguarda l’abbandono del tradizionale sistema dei vani catastali, che verrebbero eliminati a favore dell’introduzione di un sistema di misurazione più omogeneo basato sui metri quadrati.

In sostanza, se la riforma dovesse andare in porto, il valore di una singola unità immobiliare sarà dato dal valore unitario della propria categoria in una singola zona. Tuttavia non è ancora escluso che il governo introduca anche dei correttivi.

Rimodulazione delle categorie

Altra grande modifica che la riforma apporterebbe al sistema catastale comporterebbe la drastica riduzione delle categorie del catasto arrivando a suddividere tutti gli immobili in due grandi gruppi.

Da un lato ci sarebbero le cosiddette unità Ordinarie, e dall’altra le unità Speciali. Entrambe, inoltre, prevederebbero altre sottocategorie più specifiche.

Ma cosa comporterebbe tale suddivisione?

In sostanza, la stima delle unità Ordinarie si baserebbe sull’utilizzo del metro quadrato come unità di misura e metro di giudizio, chiaramente specificando i criteri di calcolo della superficie dell’immobile.

Il discorso sarebbe invece diverso per le cosiddette unità Speciali, la cui stima vedrebbe entrare in gioco delle particolari funzioni statistiche così da individuare il valore di mercato, la localizzazione e le varie caratteristiche edili in modo da determinare i valori dei beni catastali, che andrebbero di volta in volta aggiornati.

L’introduzione di un valore medio di mercato

L’ultima ipotesi di modifica si prefigge invece di risolvere l’annoso paradosso per il quale alcuni immobili situati in centro o zone di pregio, poiché costruiti molto tempo fa, hanno un valore catastale nettamente inferiore ad abitazioni posizionate in periferia ma di più recente costruzione, condizione che li avvicina maggiormente ai valori di mercato.

Come risolvere questo problema?

A questo proposito, il governo propone di affiancare al “reddito” un valore medio di mercato con l’obiettivo di raggiungere una maggiore coerenza e unità nelle stime immobiliari.

Dopotutto, è già da parecchio tempo che negli atti di compravendita oltre al valore catastale viene indicato anche il prezzo reale d'acquisto, senza che quest'ultimo abbia impatto sulle imposte da pagare.

Questo dunque permetterebbe agli immobili di pregio posizionati nel centro città di essere valutati maggiormente rispetto a molti immobili di periferia di recente costruzione.

In definitiva, nonostante gli eventuali dubbi e i nodi ancora da sciogliere, l’ipotesi di una riforma catastale andrebbe a semplificare (e non di poco) il sistema del catasto odierno e introdurrebbe delle modifiche sostanziali che rivoluzionerebbero l’intero ordinamento esistente.

A questo punto, se stai pensando di vendere casa o ne stai cercando una, dovresti affidarti a qualcuno di competente e con anni di esperienza alle spalle che sappia guidarti per tutto il processo di compravendita.

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